In Italia immatricolare un’auto d’epoca magari proveniente dall’estero è sempre più farraginoso e lungo, fino a superare l’anno di attesa. A quanto pare, per giunta, non esistono leggi chiare in merito, ma molto sembra proprio dipendere dalle competenze più o meno scarse degli ingegneri preposti.
Rispetto all’estero, purtroppo qui in Italia la situazione è disarmante e fa passare letteralmente la voglia di procedere civilmente all’immatricolazione di un veicolo storico.
Il primo passaggio, fuori dalle competenze della Motorizzazione però, è la preparazione del CRS (Certificazione di Rilevanza Storica) del veicolo da immatricolare, con foto annesse. Questa procedura occupa almeno un paio di mesi al costo di 200 euro. Da qui in poi inizia la vera salita, dall’ottenere l’appuntamento presso la Motorizzazione per il collaudo dell’auto storica da immatricolare, alla speranza di trovare un ingegnere che non si “sia svegliato male” e che interpreta a proprio piacimento i presunti limiti di un veicolo (considerando la scarsa conoscenza in materia), alla compilazione delle carte per far circolare il veicolo.
Questo processo può durare anche due anni e la situazione è davvero insopportabile. Nella maggior parte dei paesi EU e non, il veicolo storico deve essere sicuro per poter circolare e soprattutto originale come Casa costruttrice l’ha progettato. Qui in Italia invece bisogna farsi il segno della croce ed essere in balia delle interpretazioni che l’ingegnere vuole esprimere intorno a ogni determinato veicolo, e questo non va bene.
Elenchiamo qui di seguito qualche caso che davvero non ha giustificazioni per non essere immatricolato all’istante come veicolo di interesse storico, avvenuto presso la Motorizzazione di Milano.
Caso 1: La Volvo che non piace all’Ingegnere…
Immatricolato e immatricolabile in ogni Paese dell’EU e non, questa Volvo (marchio abbastanza noto a livello mondiale…) è stata sospesa allo stato attuale poiché, secondo l’ingegnere preposto al collaudo nel mese di Maggio scorso, è troppo alta da terra, come se sul Codice della Strada fossero citate misure massime dell’altezza minima da terra per un’autovettura.
Questa Volvo C303 del 1975, alla stessa stregua di un Hummer, può circolare serenamente su strada, a patto che risulti sicura durante le prove dinamiche (frenata, sterzo…) e abbia tutti i dispositivi di sicurezza a norma EU (e questa li ha).
Orbene, durante il collaudo la vettura si è comportata perfettamente e questo all’ingegnere preposto non è bastato, sospendendola, e scrivendo dopo alcuni mesi una poco chiara lettera ai superiori, dove richiedeva l’aiuto a “individuare eventuali ulteriori difformità” (rispetto a che?). Pazzesco o no?
Poi, sempre dal punto di vista burocratico, l’ingegnere asseriva che tale auto fosse ex-militare, e invece era già civile, ovvero regolarmente immatricolata in Svezia e intestata a un privato cittadino.
Sempre secondo tale ingegnere, i sedili di tale vettura si dimostravano insicuri, nonostante fossero disposti come in un normale veicolo cabrio. Insomma, pretestuoso fino all’ultimo bullone.
Eppure la vettura in questione, non solo è risultata perfettamente efficiente durante il collaudo, ma anche completamente originale e con neanche 13000 km percorsi, quindi avrebbe dovuto passare il collaudo senza alcun problema.
Riguardo all’altezza da terra, l’ingegnere suggeriva a sua libera interpretazione di utilizzare lateralmente e dietro dei paraurti antintrusione come sui camion, peccato però che di fatto l’auto in questione sia omologata autovettura.
Insomma, un percorso a ostacoli senza senso che sicuramente si risolverà per mancanza di prove concrete, ma che a tutt’oggi sta tenendo ferma l’auto da un paio di anni. INAMMISSIBILE!
Caso 2: La Toyota sospesa per accertamenti… “interpretativi”
Questa Toyota Land Cruiser FJ45 sarà autocarro o autovettura? Questo è il dilemma… Questa splendida e originale Toyota Land Cruiser FJ45, a un anno dal suo acquisto, ad oggi (fine Settembre 2022) non ha ancora neanche ricevuto l’appuntamento per il collaudo.
Perché? Semplicemente perché in Germania era immatricolata come autovettura a due posti, soluzione possibile anche per un pickup, mentre qui in Italia è considerata un autocarro storico.
Morale, la Motorizzazione di Milano intende immatricolarla come autovettura a due posti, come da libretto di circolazione tedesco, mentre secondo il CRS (Certificato di Rilevanza Storica) redatto, questo veicolo è un autocarro a 3 posti. Quindi ora lo scontro è tra Motorizzazione e, nel caso specifico, Registro Storico Fiat che ha redatto il CRS, e a rimetterci è naturalmente il proprietario che ha sborsato i soldi a favore dell’uno e dell’altro, senza ancora ottenere il risultato.
Di fatto però, rimane certo che questa Toyota è un veicolo storico, quindi che sia autocarro a zero portata o autovettura, non cambia niente a nessuno. Sicuramente con ulteriori perdite di tempo, si scioglierà questo nodo e vedremo chi la vince su questa “assurda” disputa burocratica tipicamente Italiota, ma intanto l’auto è sospesa da oltre un anno dall’acquisto e ancora non immatricolata e men che meno in attesa di un appuntamento per il collaudo, nonostante la vettura si comporti alla guida come un’auto appena uscita di fabbrica per il suo basso chilometraggio e per la sua originalità. Insomma, questioni di “burocratese”.
Caso 3: la Toyota Corolla che ha le targhe ma ancora senza libretto…
Questa Toyota Corolla Kombi KE36 del 1978 ha appena ricevuto le targhe dopo aver superato il collaudo presso la Motorizzazione a metà luglio 2022. Da metà luglio 2022 a oggi fine settembre 2022, nessuno in Motorizzazione si è ancora preso la briga di compilare i documenti definitivi per la circolazione… Inammissibile, considerando che è stata acquistata oltre un anno fa e che ancora non possa circolare con le sue targhe italiane.
Caso 4: Il Super Beetle che avrebbe dovuto avere già le targhe…
Ultimo caso “della giornata”, è questo Volkswagen Beetle che avrebbe dovuto avere già le targhe a oggi (fine Settembre 2022) senza bisogno di collaudo. Ma, dopo aver depositato tutte le carte necessarie per l’immatricolazione a giugno/luglio 2022, compreso il Certificato tecnico Volkswagen ufficiale, e aver verificato che la revisione era ancora valida, a fine settembre l’ingegnere si accorge che sul Certificato Tecnico redatto da Volkswagen Italia ai fini dell’immatricolazione, manca naturalmente il codice di omologazione del veicolo (avendo esso 50 anni), e quindi questo Maggiolino/Maggiolone deve essere soggetto a collaudo che avverrà chissaquando. Il veicolo, di origini comunitarie Svedesi, è stato acquistato a Marzo 2022 e a fine Settembre 2022 quindi non si sa ancora nulla sull’immatricolazione.
Morale, tutto ciò delinea non solo superficialità nell’analisi e nella conoscenza della documentazione delle autovetture da parte dei “Tecnici” della Motorizzazione, nonché delle autovetture stesse, ma anche poca voglia di mandare avanti le pratiche, perlomeno quelle regolari e giuste che dovrebbero essere evase in al massimo pochi giorni lavorativi e non dopo anni con esborso che supera facilmente anche oltre 1000 euro a singola operazione. Tutto ciò è veramente inaccettabile e, secondo noi, non può essere giustificato in alcun modo! Regna ancora un lassismo e uno strapotere in mano a volte alla libera interpretazione dei Tecnici della Motorizzazione a cui è affidato realmente troppo potere, per colpa se vuoi anche di vecchie immatricolazioni che probabilmente avvenivano a occhi chiusi. C’è bisogno di oggettività e zero interpretazioni, sperando che ciò avvenga per davvero prima o poi.